Nei primi anni dell’’800 la scoperta scientifica che il carbone poteva essere usato come fonte di energia per produrre il vapore, che avrebbe potuto far camminare l’omonima locomotiva a vapore non più a cavalli, ma, appunto, con la spinta dell’energia cinetica del vapore e che il carbone stesso poteva essere il combustibile per l’industria siderurgica, che avrebbe consentito di costruire i binari in ferro per il detto treno, diede un’importante impulso all’economia, che, da artigianale, divenne industriale: nacque, così, la Rivoluzione Industriale, che cambiò radicalmente la vita delle persone, rilanciando l’economia, i trasporti, gli scambi, creando, quindi, ricchezza.
Quindi per far ripartire il treno fermo, altro che riverniciatura dei vagoni, serve un’”idea di futuro”, chiara e con la strada ben delineata per raggiungere quel famoso obiettivo della crescita e della ripartenza dell’economia, che crea posti di lavoro e aumenta il PIL in modo stabile, senza togliere da una parte per mettere nell’altra (ndr. 80 euro!).
Serve, prima di tutto, che i vagoni, cioè quello della Giustizia, dell’Istruzione, del Lavoro, dell’Economia, etc. siano collegati gli uni agli altri in un’unico treno trainato dalla locomotiva, condotta da un “bravo macchinista”, che la porti verso la destinazione segnata sul la tabella in stazione e sul suo diario di bordo e che non proceda a tappe forzate, come si sta facendo dal Governo delle “Larghe Intese”, a quello dei “Tecnici”, a quello, attuale, dei “Nominati”, che procedono con “provvedimenti tampone”, per sanare le “falle” delle emergenze, continue, perchè ne sani una e ne esce fuori un’altra. Adesso è il turno della Gestione degli immigrati da parte del Ministero dell’ Interno, per il quale è necessaria una pianificazione dei flussi a livello non solo europeo, ma globale, come globale è l’economia dei mercati, che possono dare le giuste risposte agli inserimenti degli immigrati stessi in posti di lavoro, per i quali c’è richiesta e che fanno aumentare il PIL dei diversi Paesi, non dimentichiamolo!
Dai dati ISTAT si rileva che le prospettive per l’economia italiana riportano che nel 2014 si prevede un calo del PIL dello 0,3%, per il 2015 un aumento dello 0,5% e dell’1% per il 2016, che il 17% dei giovani lascia la scuola entro i 19 anni, che cala il tasso generale di disoccupazione giovanile, che scende di 0,3 punti percentuali, ma è nuovo picco nella fascia 15-24 anni dove i senza occupazione sono 710 mila. "Per tornare al 7 per cento servirebbero 2 milioni di posti entro il 2020", che a ottobre 2014 il tasso di disoccupazione è pari al 13,2%, +0,3 punti percentuali su settembre, troppi. La giustizia italiana registra una lunghezza dei processi, civili e penali, che allontanano gli investimenti italiani e stranieri delle imprese. Le statistiche culturali dicono che diminuisce la partecipazione culturale nel 2013. In calo il pubblico di spettacoli e intrattenimenti e in particolare di cinema, musei e mostre. Ricordo che l’Italia ha il patrimonio culturale più alto del Mondo. Le compravendite immobiliari e i mutui fanno registrare che nel II trim 2014 le convenzioni notarili diminuiscono del 3,1% in un anno. Le multinazionali estere in Italia nel 2012 sono 13.328 e occupano quasi 1,2 milioni di addetti. Le multinazionali italiane all’estero confermano una rilevante la presenza all’estero: 21.830 controllate nel 2012. Il commercio al dettaglio ci dice che ad ottobre 2014 le vendite sono stabili rispetto a settembre e che la diminuzione è dello 0,8% in un anno. Le “Prospettive per l’economia italiana” fanno prevedere nel 2014 un calo del PIL dello 0,3%, per il 2015 un aumento dello 0,5% e dell’1% per il 2016. I dati positivi arrivano dal commercio estero extra Ue, che a novembre 2014 dà il saldo : +2,7 miliardi di euro. Il commercio estero a ottobre 2014 dice che l’avanzo commerciale è di 5,4 miliardi (+3,8 miliardi a ottobre 2013). Le esportazioni dalle regioni italiane fanno registrare nel III trim 2014 che le esportazioni dell’Italia nord-occidentale sono: +2,3% su II trim 2014. Il quadro, che ne risulta, è di un Paese in recessione, ma che ha delle potenzialità attive, che ne possono determinare il cambio di passo.
Concludendo, la strada per il rilancio dell’economia in Italia passa per la tutela del Diritto, come disposto dalla Costituzione, senza cambiare le carte in tavola in corso di partita, altrimenti la partita si perde!
Le Imprese italiane “tirano”, nonostante tutto, anche quando delocalizzano, deve essere rilanciato il “Made in Italy”, ma, soprattutto: NIENTE, GRANDI OPERE INFRASTRUTTURALI, INUTILI E DANNOSE PER L’ECONOMIA: LA METRO C DI ROMA, IL PONTE SULLO STRETTO, LA TAV, ETC, “POZZI SENZA FONDO”, MA CHE IL “MANOVRATORE” UTILIZZI I FONDI PER PROGETTI NON INFRASTRUTTURALI, MA BEN STRUTTURATI CON INVESTIMENTI MIRATI NELLA GIUSTIZIA, NELLA SCUOLA, NEL LAVORO... SE SI VUOLE RIPARTIRE, ALTRIMENTI IL TRENO RIMANE IN STAZIONE E I PASSEGGERI, STREMATI, A TERRA!!!
Paola Giannone
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/28/treno-italia-rimane-fermo-in-stazione/1299810/
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