venerdì 30 maggio 2014

Blitz della Finanza a Roma Metropolitane, www.iltempi.it - Acquisiti i documenti sull'aumento dei costi per la linea C. Interrogato il presidente Palombi.

Un blitz durato più di 8 ore per acquisire documenti e deposizioni necessarie a far luce sulla spinosa vicenda della linea C della metropolitana. Martedì scorso la Guardia di Finanza è entrata nella sede di Roma Metropolitane, dove oltre a portar vita le copie originali di diversi atti, i militari hanno anche interrogato a lungo il presidente della municipalizzata, Massimo Palombi, e il direttore generale, Luigi Napoli. Un’operazione, quella delle Fiamme Gialle, portata avanti su ordine del sostituto procuratore generale della Corte dei Conti, Paolo Crea.

L’indagine fa riferimento ad un’inchiesta aperta nel corso del 2014 dalla magistratura contabile sui maggiori costi riconosciuti da Roma Capitale a Metro C scpa, il consorzio d’imprese che si sta occupando di realizzare la terza linea della metro. Scorrendo la lista dei documenti sequestrati e leggendo il verbale delle dichiarazioni rilasciate dal presidente Palombi, i magistrati sembrerebbero essersi concentrati sulle presunte irregolarità, denunciate a più riprese anche dal Collegio sindacale della società comunale, che riguarderebbero l’atto transattivo del dicembre 2012 e, soprattutto, l’atto attuativo del 9 settembre 2013, del valore complessivo di quasi 300 milioni di euro. Entrambi gli accordi furono firmati nel settembre scorso da Roma Metropolitane e Metro C scpa e controfirmato da Roma Capitale, dalla Regione Lazio e dal Ministero dei Trasporti. Attraverso questi atti, il Campidoglio si rese di fatto disponibile al pagamento dei maggiori costi (3,75%) richiesti dal Consorzio, nonostante gli oltre 3,5 miliardi di euro già spesi per la realizzazione parziale della linea. Parliamo, come detto, di circa 300 milioni di euro di fondi Cipe, di cui 230 milioni relativi al contenzioso aperto nel 2011 e ulteriori 70 milioni contenuti nell’accordo del settembre scorso.

I militari hanno acquisito, tra l’altro, non solo gli atti e le fatture a loro collegate, ma anche la delibere della Giunta capitolina del 13 novembre 2013 con cui si ordinò il pagamento. Via libera che fu dato il successivo 29 novembre dal Capo della Ragioneria Generale, Maurizio Salvi, al termine di una lunghissima battaglia politica fra l’assessore alla Mobilità, Guido Improta, e l’allora assessore al Bilancio, Daniela Morgante, quest’ultima assolutamente contraria al pagamento. Battaglia che terminò con il sindaco Ignazio Marino che si incaricò personalmente di esautorare la Morgante spostando le responsabilità sul titolare ai Trasporti.

Nel cd consegnato ai finanzieri, anche il lodo definitivo del 16 dicembre 2013, l’atto di transazione con la presa d’atto da parte del Cipe e la determinazione dirigenziale di Roma Metropolitane del 15 gennaio che ha permesso il passaggio materiale dei soldi nelle casse del Consorzio Metro C, insieme a tutte le fatture di pagamento. «A tutt’oggi - ha dichiarato i presidente Palombi ai militari che lo hanno interrogato - a fronte dell’Atto Attuativo è stato corrisposto al Contraente Generale unicamente l’importo complessivo di euro 211.976.157 di cui alla fattura emessa da Metro C 170/2013. Rispetto a tale fattura residua, il pagamento della quota di competenza della Regione Lazio pari ed euro 12.334.687 non ancora accreditata da parte di Roma Capitale. Nessun pagamento è intervenuto a fronte delle fatture n. 8/2014 (ovvero 4.017.886 euro, ndr) e 15/2014 (1.784.929 euro, ndr)». Già a novembre, il procuratore regionale della Corte dei Conti, Raffaele De Dominicis, aveva annunciato l’apertura di tre inchieste sulla Metro C, dai ritardi nella realizzazione delle opere, ai rischi archeologici attorno al Colosseo fino alla regolarità delle varianti. Questo blitz, però, sarebbe collegato ad un ulteriore filone.

Vincenzo Bisbiglia


sabato 17 maggio 2014

CONVEGNO 12 MAGGIO 2014, SALA DEL CARROCCIO IN CAMPIDOGLIO - INTERVENTO: - 3 - PUNTI CRITICI, METRO C.

3 - PUNTI CRITICI, Metro C, Paola Giannone.

Metro C - Tratta T3 - Il perche` dei tanti NO e le risposte ... che daremo insieme: cittadini, Associazioni e Istituzioni!

Costruttore: ROMA METROPOLITANE S.P.A. e General Contractor .

I PUNTI CRITICI E GLI ATTI DI TUTELA PRESENTATI

PERCHE'

è stato presentato l'Appello per i possibili dissesti dell'Anfiteatro Flavio a causa dei lavori della Metro C al Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, all'Ambasciatore degli Stati Uniti d'America a Roma, John R. Phillips, e al Presidente Barack Obama?

Figura 1. Sezione stratigrafica schematica del sottosuolo del Colosseo

(da: Funiciello & Rovelli, 1998)

Nell'immagine che vedete tratta da "Risposta sismica locale: parte IV - terremoti e monumenti

nella parte meridionale il Colosseo iniziò a manifestare segni di vulnerabilita` e perdita parziale dell'integrità probabilmente a partire dai terremoti del 443 e 484 a seguito dei quali il podio e l'arena risultarono gravemente danneggiati. Funiciello & Rovelli hanno dimostrato attraverso analisi dinamiche 2D della sezione, mostrata nell'immagine che l'amplificazione sismica dela valle è risultata deleteria per l'integrità strutturale della porzione meridionale del Colosseo anche per terremoti di media entità tipici di Roma. Hanno scritto gli autorevoli studiosi: "Concludendo, oggi tale famosissimo monumento è soggetto all'azione di vibrazioni indotte dalla metropolitana, le quali agiscono, comunque, in una banda di alte frequenze lontane dai modi principali di vibrazione della struttura compresi tra 1 Hz (T1 = 1sec) e 4 Hz

(Tn = 0,25 sec)

Nella parte dello studio l'esperto di Geologia e Geotecnica, Romolo di Francesco, ci porta alla scoperta delle fondazioni del Colosseo, che fu costruito utilizzando una piastra di calcestruz-zo pozzolanico, dello spessore di 7 metri poggiante in parte su solida roccia e in parte su ter-

reni soffici. Si creò, quindi, un forte contrasto in termini di rigidezza tra il settore settentrio-nale interagente con roccia vulcanicae quello meridionale, poggiante, invece, sui sedimenti dell'antico Fosso Labicano.

Questa parte della città prima della costruzione del Colosseo (80 d. C.) era utilizzata dagli urbanisti pet costruire sontuose residenze tanto da aver ridotto il fosso ad un piccolo lago, che fu successivamente utilizzato come sito per ospitare le macerie del grande incendio del 64 d. C., attribuito a Nerone..

Infine, quando, i Flavi vi edificarono opere pubbliche, tra le quali il Colosseo, furono, definitivamente, perse le tracce dell'antico lago.

L'immagine mostra la stratigrafia del terreno sottostante e circostante il Colosseo. Partendo dal basso, si vede che il "SUBSTRATO" è formato da: 1) - UNITA' CONTINENTALI PLEISTOCENICHE; 2) - SEDIMENTI FLUVIO-LACUSTRI OLOCENICI; 3) - ROCCE TUFACEE.

Cito uno stralcio dall'Appello per i possibili dissesti dell'Anfiteatro Flavioa causa dei lavori della Metro C, divenuto, poi, oggetto dell'Interrogazione con carattere d'urgenza ai sensi dell'art.151 del Regolamento al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo da parte dei Senatori SERRA, AIROLA, LUCIDI, LEZZI, MANGILI, DE PIETRO, PUGLIA, BLUNDO

Questo è il link:

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Resaula&leg=17&id=00757624&part=doc_dc-allegatob_ab-sezionetit_ioccduasda151dr&parse=no

"Il suddetto monumento ha già subito "crolli" di enormi "blocchi di marmo" nella parte settentrionale-est e nella parte meridionale, a causa del delicato equilibrio del sedime di fondazione, costituito da terreni alluvionali.

In particolare nella parte meridionale, dove sono avvenuti i crolli maggiori, il terreno presenta la seguente stratigrafia: 1) - Argilloso, con sedimenti fluvio-lacustri, olocenici, in origine bonificato, 2) - Rocce tufacee, 3) - Unità continentali pleistoceniche, perchè già acquitrinoso, all'epoca della costruzione, terminata intorno all'anno 80 d.C.

Nella parte settentrionale del terreno sono presenti rocce vulcaniche, più solide, ma anche in questa zona si sono manifestati crolli e lesioni che potrebbero aggravarsi a seguito degli invasivi lavori della stazione della Metro C, prevista nelle immediate vicinanze del Colosseo.

I crolli e le lesioni, che hanno richiesto gli importanti interventi di restauro attualmente in corso, rischiano addirittura di proseguire in modo più grave, irreversibile e repentino, con danno per il monumento e pericolo per la moltitudine di persone che lo vengono a visitare ogni giorno da ogni dove.

Nessuno può infatti prevedere l'entità delle variazioni dei livelli di falda causati dalla presenza dell'enorme struttura in cemento armato della stazione, che si estenderebbe dal piano strada sino al profondo strato impermeabile delle argille plioceniche e che pertanto costituirebbe un incredibile ostacolo al libero fluire delle acque nel sottosuolo. Allo stesso modo nessuno può prevedere le ripercussioni di tali variazioni sul delicato equilibrio dei terreni di fondazione, per loro natura estremamente sensibili al contenuto in acqua e al battente idrico.

L'acqua delle ricche falde presenti nel sottosuolo del Colosseo non potrà essere "contenuta" e se le verrà impedito di andare da una parte, se ne andrà da un'altra. Solo Dio sa con quali ripercussioni per la stabilità del monumento!

Con la presente istanza, inviata anche via e-mail, tramite Lei, Egregio Premier Renzi, e tramite Lei, Egregio Signor Ambasciatore USA a Roma John R Phillips, desidero presentare al Signor Presidente Obama l'appello affinché non sia messa a rischio l'incolumità dell'Anfiteatro Flavio.

Solo per memoria rammento che già più di un anno fa l'autorevole Associazione ITALIA NOSTRA ha denunciato i rischi per la stabilità del Colosseo a causa dei lavori della Metro C:

Colosseo a rischio con i lavori della metro C http://.ilfattoquotidiano.it/2013/02/19/roma-italia-nostra-denuncia-con-lavori-della-metro-c-colosseo-arischio/505819/

La denuncia è stata poi successivamente confermata dal noto luminare Prof. Antonio Tamburrino, con l'intervista contenuta nel video che segue:

Ultima fermata Roma

http://www.beppegrillo.it/2013/10/ultima_fermata_roma.html".

Pertanto,

• Vista la nota RUP, scritta da ROMA METROPOLITANE S.p.A. a Italia Nostra, in risposta alla lettera del 24 ottobre 2013, che chiedeva al Sindaco Ignazio Marino chiarezza su tempi e costi di realizzazione della Linea C, oltre che esporre con chiarezza i possibili gravi rischi di impatto ambientale per il Colosseo e l'Area Arceologica Centrale a causa dei lavori della Metro C e` rimasta "lettera morta" per il Sindaco di ROMA CAPITALE, che non ha fatto la richiesta alla Regione Lazio di nuova V.I.A., come richiesto da Italia Nostra, al fine di valutare varianti di percorso della Linea C, rispettosi dell'Ambiente e dell'Area Archeologica Centrale;

• Letta con attenzione la risposta, allegata, di ROMA METROPOLITANE S.P.A. alla soprascritta lettera di Italia Nostra, che conferma la volontà di voler continuare a portare avanti i lavori della Metro C senza il rispetto dei doveri di tutela nei confronti delle leggi e dei regolamenti, che discplinano il diritto dell'Ambiente, dei Beni Culturali, della spesa pubblica solo per giusta causa e anche e, soprattutto, della salute e della sicurezza delle persone, perche` non risulta rispettato nella Relazione Istruttoria, procedura V.I.A. regionale di Roma linea C, quanto disposto nella nota Prot. n° 266982 del 17 dicembre 2009 – FASCICOLO 1087, anche vista la nota di ROMA METROPOLITANE S.P.A. del 19/11/2013, considerato che nel cronoprogramma dei lavori eseguiti ed eseguendi non e`stato rispettato quanto scritto con il rilascio del PARERE FAVOREVOLE dall'ing. Giuseppe Tanzi:
• al punto 9: "Sia evitata qualsiasi interferenza tra le opere in progetto ed eventuali strutture....presenti in alcune zone, come paratie e/o pali di fondazione di edifici di civile abitazione e di opere pubbliche", con particolare riferimento al Colosseo;
• al punto 10: "Particolare riguardo alle indicazioni relative alle distanze di sicurezza da tenere rispetto alle pareti verticali e in conformità con la normativa vigente in tema di costruzioni", Circ. Regione Lazio del 23/11/1982 n° 769, con particolare riferimento alle paratie in c.a. apposte su Via dei Fori Imperiali, a ridosso delle Colonne del Tempio di Venere e Roma e della Basilica di Massenzio, che stanno sopra allo scavo per le gallerie e, similmente, dalla parte opposta dal lato di Villa Rivaldi.

Quindi,

• Vista la: ° Previsione di un nuovo pozzo a meno di 10 metri dal Colosseo per il collegamento in galleria tra la fermata Fori Imperiali e la attuale stazione della Linea B;...Italia Nostra, Lettera al Sindaco di Roma, Ignazio Marino, 24 ottobre 2013).

Visto: ° Come è strutturato l’accordo attuativo del 9 settembre 2013, nel caso di un lungo fermo dei lavori per cause non imputabili al Contraente Generale (imprevisto tecnico, archeologia ecc.), si potrebbe arrivare al paradosso di finire i soldi senza neppure iniziare i lavori. Il rischio degli accadimenti (che alla luce “dell’esperienza pregressa” e in particolare per la T3 e ancora di più per Piazza Venezia) è elevatissimo. Riteniamo che non si debbano abbattere i contratti per via giuridica ma, solo ed esclusivamente, per via tecnica, sulla base di scelte oculate e profondamente ponderate che possono essere verificate proprio e solo con una nuova V.I.A….(Italia Nostra, Lettera al Sindaco di Roma, Ignazio Marino, 24 ottobre 2013).

Tanto più per i possibili rischi di crolli per l'Anfiteatro Flavio, vista la risposta di ROMA METROPOLITANE S.P.A. alla lettera di Italia Nostra, non si può che concludere per l’”input”, immediato, dello “stop end” a San Giovanni non solo con la rescissione del contratto per via giuridica, ma per “impellenti possibili e ben più gravi rischi” dovuti a “cause tecniche”!

Non si può non concludere che deve essere rivisto il Progetto della Metro C nella Tratta T3, che deve essere realizzato, prima di tutto nel rispetto dei cittadini e delle Associazioni, a cui le Istituzioni devono dare risposte certe e garanzie sicure di rispetto di tutela dei diritti, sempre.
   
Ringrazio per l'attenzione.
Arch. Paola Giannone

Iscritta al n. 8125 dell'Ordine degli Architetti, Pianificatori e Paesaggisti di Roma e Provincia

Mob.: 3315807414 - E-mail: pgiannone9@gmail.com - PEC: p.giannone@pec.archrm.it - blog: http://www.pgiannone9.blogspot.com