domenica 27 dicembre 2015

Come si Tronca Roma di Lirio Abbate, L'Espresso 23 dicembre 2015.

Ah, già la “zona grigia”… tra Ncd e PD per il rinvio del voto!
L’incarico conferito al Commissario Straordinario di Roma Capitale, Francesco Paolo Tronca, è un mandato a termine fino al voto di primavera… ma di quale anno prossimo venturo? Il 2016, 2017, 2018… “in tandem” con le elezioni politiche nazionali? Chissà, ma auguriamoci proprio di no, per tutti noi e per Roma, che aspettiamo risposte urgenti alle domande di vivibilità, finora non pervenute.
La Proposta di legge del PD per la città metropolitana, che accorperebbe la “gestione amministrativa” di Roma Capitale con quella della Città Metropolitana, cioè di tutta la Provincia di Roma, va nella direzione opposta della non più rinviabile serie di Delibere, necessarie, prima di tutto per il Piano di rientro del “deficit” di Roma Capitale, che ha le casse in profondo rosso, e sarebbe un grande errore strategico in questo momento nel quale è necessario entrare nel dettaglio e risolvere i problemi di Roma, senza più attendere e non allargando il campo, andando dal particolare al generale, perché la fattibilità delle azioni da mettere in campo parte dagli “obiettivi raggiunti”, per migliorarli e cambiarli e non da quelli “raggiungibili”, di là da venire.
Fino a quando può durare l’ordinaria Amministrazione di un Commissario Prefettizio e quali sono i Provvedimenti che può prendere?
Nell’Ordinanza Amministrazione della Gestione Commissariale la “democrazia” è sospesa, perché “non si può deliberare nessuna nuova voce di spesa nè varare alcun Provvedimento in Aula Giulio Cesare” come la costruzione dello Stadio (per il quale deve essere fatta la V.I.A, Valutazione di Impatto Ambientale, dalla Regione Lazio, prima di poterne anche solo parlare!) o l’attuazione del Piano della Mobilità, L’NPGTU, approvato nel 2014, o, per esempio, un diverso Piano di destinazione dei fondi, provenienti dalla bigliettazione del Colosseo e dei Fori Romani, primi Siti Archeologici ad essere visitati in Italia, con un incasso nel 2015 di 55 milioni di euro, che per il 90% finiscono nelle “mani dei privati”, e che contribuirebbe al risanamento delle disastrate casse di Roma Capitale, di concerto con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
L’ordinaria Amministrazione della Gestione Commissariale non consente di intervenire sulle Grandi Opere Infrastrutturali, come la Metro C, che, prima di tutto deve essere fermata a San Giovanni, vero “pozzo senza fondo” della spesa Capitolina e che, subito, deve essere connessa a Pigneto con la Fr1 e con la Fr3 per dare un pò di respiro all’affannato trasporto pubblico, in attesa, che non può essere più troppo lunga, della chiusura dell’anello ferroviario e dell’interconnessione modale dei Sistemi di Trasporto.
Questi sono solo alcuni dei motivi perché si torni subito a deliberare in Aula Giulio Cesare con un Governo a 5 Stelle! Paola Giannone - See more at: http://www.romafaschifo.com/2015/12/come-tronca-sta-stroncando-roma.html#sthash.uW6C2PKZ.LDpxLTNM.dpuf

martedì 13 ottobre 2015

Meetup Mobilità Roma e dintorni: Cittadini in Movimento. Metro C/T3: costi/benefici, V.I.A., tutela dei Beni Culturali.

Volete dire la vostra sulla Metro C, Tratta T3?
Vi aspettiamo domani, 14 ottobre 2015, dalle 19,00 alle 22,00, direttamente sul Meetup Mobilità Roma e dintorni: Cittadini in Movimento. Parliamo di Metro C, Tratta T3: costi/benefici, V.I.A., tutela dei Beni Culturali.
Questo è il link:

http://www.meetup.com/it/Meetup-Mobilita-Roma-e-dintorni-Cittadini-in-Movimento/events/226013951/?eventId=226013951

domenica 16 agosto 2015

"Metro C, quel dubbio amletico dello stop a San Giovanni" di Maurizio Ceccaioni.

Al seguente link potete leggere l'articolo: "Metro C, quel dubbio amletico dello stop a San Giovanni del giornalista Maurizio Ceccaioni.

http://www.di-roma.com/index.php/2011-07-25-15-57-21/1133-metro-c-quel-dubbio-dello-stop-a-san-giovanni

Questo è il mio commento. L'articolo scritto dal giornalista Maurizio Ceccaioni è bellissimo e pone una domanda intrigante al neo Assessore alla Mobilità, Senatore Stefano Esposito: "Fermarsi o non fermarsi a San Giovanni?". La risposta arriva, inequivoca, dopo aver preso in considerazione numerosi argomenti, che costituiscono vere e proprie criticità, oggetto anche della Delibera n. 51/2015 del Dott. Raffaele Cantone, Presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, inviata anche alla Corte dei Conti, per gli evidenti rilievi contabili, riscontrati nell'esecuzione dei lavori della Metro C, e che proprio nei primi due punti della Delibera individua "...nell'operato della Stazione Appaltante la non coerenza con i principi di trasparenza e di efficienza in un progetto, messo a gara con indagini preventive carenti, senza tener in debito conto i Pareri espressi dalla Soprintendenza, essendo state rimesse al Contraente Generale le attività di progettazione delle indagini archeologiche e la loro esecuzione contestuale all'esecuzione delle opere (stazioni, pozzi)...", che, di fatto, hanno determinato il mancato rispetto dell'art. 9 dei Principi Fondamentali della Costituzione, delle leggi di tutela dei Beni Culturali e dei Decreti di Vincolo con danni di incalcolabile valore ai Monumenti dell'Area Archeologica Centrale, Patrimonio Mondiale dell'Umanità, che dovranno essere risarciti e con possibili ulteriori danni anche ambientali, se i lavori dovessero proseguire oltre San Giovanni, ma dei quali è bene fermare il prosieguo con questo progetto.

Le "progettazioni approssimative" si riferiscono alla Legge Obiettivo, la l. 443/01, che non ha nel suo DNA il recepimento delle Direttive Europee in materia di appalti e concessioni, perchè è proprio allungando i tempi che si aumentano i costi delle opere e qui è saltato il rapporto costi/benefici e il debito pubblico è salito alle stelle. I costi sono aumentati del triplo rispetto al progetto iniziale, che ha proseguito il suo cammino, incontrastato dalle diverse Giunte, che si sono susseguite e che ha portato all'attuale flop il Bilancio Comunale. La scelta della tecnica della "metro pesante" al posto di quella "leggera", il non aver correttamente valutato che la Metro C non potrà mai avere 48.000 passeggeri/ora sulla Tratta, e, giammai, nella Tratta T3, non avrebbero mai dovuto avere seguito con la costruzione dell'opera infrastrutturale, secondo la vigente normativa.

A questo punto, anche nell'imminenza dell'apertura dell'Anno Santo, solo una "revisione del progetto", che fermi la Linea C a San Giovanni, può essere risolutiva di un nodo troppo intricato da sciogliere senza creare ulteriori danni anche economici, di rilevante entità, per i cittadini e Maurizio Ceccaioni riferisce che è stata proposta all'Assessore Esposito una "exit strategy", che sarebbe risolutiva dei problemi, che attanagliano la Stazione San Giovanni. Il Presidente di ROMA METROPOLITANE SRL, Dott. Paolo Omodeo Salè, ha dichiarato, infatti, che "sarebbero necessari pesanti lavori di adeguamento della Metro A nella vecchia Stazione San Giovanni" per il nodo di scambio con la Metro C, derivati, prima di tutto, dal Comunicato del 13 febbraio 2014, che li condiziona ad un Decreto Ministeriale con nuove regole tecniche di prevenzione incendi nelle metropolitane, che al momento ancora non ha visto la luce, per garantire l'esercizio "in sicurezza", quindi, "conditio sine qua non" fino alla nuova normativa dei VV. F..

La vera novità, riportata nell'articolo, è quella che si propone all'Assessore Esposito di chiedere un parere tecnico anche ai VV.F. sulla proposta di un interscambio tra la Metro C e l'anello ferroviario urbano per ridurre i flussi in arrivo a San Giovanni e permettere alla Linea A di non collassare e quella di trovare un accordo Comune /Rfi per la chiusura dell'anello ferroviario di Roma tra Vigna Clara e Nomentano per costruire subito almeno il collegamento tra la Stazione Tuscolana o Tiburtina della Linea A con la Stazione Pigneto della Linea C, tenendo conto che mentre per il non "necessario adeguamento" (ma facciamolo, comunque, verificare ai VV.F) della Metro A i soldi non ci sono, per l'interscambio tra la Metro C e l'Anello Ferroviario Urbano i soldi ci sono, essendo stato già finanziato (si vedano i link).

Si deve anche rafforzare la Roma-Lido e la Linea Montebello-Viterbo, perchè non v'è dubbio alcuno che il traffico in centro-città diminuisce se si interviene sulla fascia esterna al centro stesso, inserendo ogni intervento in una programmazione d'insieme della mobilità, come, certamente, sarebbe proposto dal Prof. Tamburrino, ingegnere, esperto di ferrovie e mobilità, con un parere, che sarebbe determinante per mettere in campo tutte le forze necessarie nel brevissimo periodo, al fine di non disperdere energie, cioè soldi e tempo, preziosi, perchè pochi, anzi pochissimi.

Le buone intenzioni si verificano alla prova dei fatti e l'Assessore Esposito ha dimostrato di avere l'intenzione di risolvere il problema della Metro C nella Tratta T3, i cittadini aspettano i fatti!

Paola Giannone

http://www.romatoday.it/fl1-fermata-pigneto-circonvallazione-casilina.html

https://www.pianomobilitalazio.it/ilpiano/interventi/fr1-fr4-fr6-nodo-di-pigneto/

domenica 14 giugno 2015

METRO C E DEMOLIZIONE VIA ALESSANDRINA, OVVERO, MOBILITA’ SOSTENIBILE NEL CENTRO STORICO O... NO?...

METRO C E DEMOLIZIONE VIA ALESSANDRINA, OVVERO, MOBILITA’ SOSTENIBILE NEL CENTRO STORICO O... NO?...

IL CRONOPROGRAMMA E’ PERFETTO, DISPOSTO NEI MINIMI PARTICOLARI, IN FUNZIONE DELLA METRO C CON LA DEMOLIZIONE DELLA VIA ALESSANDRINA!!!

Circa due mesi fa notai che sulla Via Alessandrina, dal lato di Piazza Venezia, stavano rimuovendo i sampietrini. Hai, pensai, ci siamo! Non mi sbagliavo. Era il primo segno del “work in progress” verso Piazza Venezia della Metro C, che veleggiava “in mente dei”, ma non solo, appunto, verso Piazza Venezia, anche se la Stazione Venezia è stata cancellata dall’Atto Attuativo del 9 settembre 2013 da ROMA METROPOLITANE SRL!

http://www.romametropolitane.it/stampa/PDF%20Comunicati%20stampa/Atto%20attuativo%209Settembre2013.pdf

Oggi prendo atto, come mostrano le foto, che i lavori proseguono con i rilievi geognostici!... SCAVO ARCHEOLOGICO, per carità, solo a mani nude, spatola e pennello in vicinanza dei reperti archeologici, rinvenuti… E, allora, cosa sarà mai quel “grosso carotatore” sulla Via Alessandrina, proprio sotto il cartello, che ne indica il nome?

Il MiBACT e ROMA CAPITALE, come dire il Ministro Franceschini e il Sindaco Marino, solo con il benestare della Commissione Paritetica vogliono DEMOLIRE LA VIA ALESSANDRINA, in zona protetta da Vincolo, come è chiaramente scritto nella Relazione, senza aver potuto a tutt’oggi eliminare I TRE VINCOLI ARCHEOLOGICI EAMBIENTALI, che vietano lo “ius aedificandi”!

Ricordo anche l’articolo del giornalista Paolo Berdini su: Il Fatto Quotidiano: http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/05/fori-imperiali-cera-volta-progetto-demolire-via/1315161/

…”4.2.1.2. Via Alessandrina, Via Bonella, Via Baccina e altri collegamenti trasversali La via Alessandrina, recentemente riaperta al pubblico, costituisce la sola testimonianza superstite dell’esteso quartiere che, a partire dal XVI secolo, si formò nell’area dei Fori Imperiali, e fu poi completamente distrutto negli anni Trenta per l’apertura di Via dell’Impero, ora Via dei Fori Imperiali. Al momento essa rappresenta una sorta di viadotto, posto tra vuoti (essendo stati eliminati gli edifici che la costeggiavano) oltre che un ostacolo alla comprensione dell’area dei Fori Imperiali. Peraltro, essa determina due modi diversi di vedere gli scavi: la parte risistemata da Gismondi e la parte residua che ha conosciuto circa vent’anni fa solo alcune delle opere strettamente necessarie per la messa in sicurezza delle scarpate, caratterizzate da una scarsa qualità rispetto all’intero complesso dei Fori imperiali. La rimozione di un tratto della via Alessandrina, cogliendo l’opportunità degli scavi previsti con fondi del Governo dell’Azerbaigian (da integrare con altri fondi se non sufficienti), permetterà la riunificazione di un ampio settore del Foro di 1 A tale proposito il prof. A. La Regina esprime il proprio dissenso ritenendo che la conservazione del ‘segno’ della strada moderna risponda a forme di malinteso storicismo. Il prof. La Regina ritiene, altresì, che l’enunciato, pienamente condivisibile, di non considerare l’area monumentale archeologica un comparto separato dal resto della città appaia in contraddizione con l’ipotesi di conservare un asse di scorrimento veloce attraverso i Fori imperiali ad un livello diverso da quello di età antica e medievale. Il proposito di restituire funzionalità urbana agli spazi monumentali comporterebbe invece la creazione di percorsi carrabili, anche se meno lineari e meno livellati, alle quote antiche. Questo sarebbe certamente possibile anche al fine di consentire il transito di mezzi pubblici nella misura ridotta già proposta per la via dei Fori imperiali, con sistemazioni più accorte ma non sostanzialmente diverse da quelle esistenti nelle aree del Colosseo, dell’Arco di Costantino e di altri monumenti. Ritiene, infine, ancora valida la proposta architettonica, secondo il suo parere, più interessante formulata nella seconda metà del Novecento per la zona monumentale antica di Roma, e forse per tutta la città: il progetto Benevolo-Scoppola (1988) per il ripristino di un volume funzionale nel vuoto creato con lo sbancamento della Velia al fine di restituire continuità tra la Villa Rivaldi e la Basilica di Massenzio. 17 Traiano. Per tali motivi, la Commissione, accogliendo quanto già proposto nelle Linee Guida 2008, ritiene opportuna la rimozione della via, ma, al tempo stesso, sottolinea la necessità di predisporre un progetto organico, non limitato solo all’eliminazione di un tratto, con la realizzazione di una passerella, ma dell’intero tracciato. Infatti, una volta ricostituiti nella loro integrità gli spazi dei Fori, sarà possibile consentire la continuità fra Mercati Traianei, Foro di Traiano, Foro di Augusto, Foro di Nerva e sfruttare i collegamenti con il quartiere Monti, rispristinando il percorso dell’Argileto dal Foro di Nerva.”.

Relazione finale: Commissione paritetica MiBACT-Roma Capitale per l’elaborazione di uno studio per un Piano strategico per la sistemazione e lo sviluppo dell’Area Archeologica Centrale di Roma

http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Comunicati/visualizza_asset.html_1842016686.html

venerdì 29 maggio 2015

Legge 22 maggio 2015 n. 68 Disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente. Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 28-5-2015, Serie Generale n. 122

Si riaccende la speranza di riuscire a tutelare il Patrimonio Culturale dei Fori Romani e del Colosseo a rischio per i lavori della Metro C nella Tratta T3!

Legge 22 maggio 2015 n. 68

Disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente.

Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 28-5-2015, Serie Generale n. 122

Art. 318 - bis (Ambito di applicazione)

Le disposizioni della presente parte si applicano alle ipotesi contravvenzionali in materia ambientale previste dal presente decreto che non hanno cagionato danno o pericolo concreto e attuale di danno alle risorse ambientali, urbanistiche o paesaggistiche protette.

domenica 3 maggio 2015

Ministero dell’Ambiente - Linee guida VIA per i progetti di competenza delle regioni e province autonome.

Ministero dell’Ambiente - Linee guida VIA per i progetti di competenza delle regioni e province autonome.

http://www.ording.roma.it/

Sono state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale le linee guida per la verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale dei progetti. Le linee guida permetteranno di avere un'uniforme e corretta applicazione su tutto il territorio nazionale delle disposizioni dettate dalla direttiva 2011/92/UE relativa alla valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati. Tale procedimento entrerà in vigore il 26 aprile prossimo.

Per ulteriori informazioni è possibile prendere visione del documento attraverso QUESTA PAGINA


venerdì 1 maggio 2015

METRO C: STAZIONE COLOSSEO/FORI IMPERIALI - COSTI/BENEFICI, DANNI AMBIENTALI E AL PATRIMONIO CULTURALE.


METRO C/T3: INEVITABILE IL DISSESTO DI TUTTA LA ZONA DELL'AREA ARCHEOLOGICA COLOSSEO-FORI-PALATINO PER IL GRAVE RISCHIO SISMICO, IDROLOGICO, IDROGEOLOGICO, GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO E GEOTECNICO CON L'ENORME SCAVO PER LA STAZIONE COLOSSEO-FORI IMPERIALI! FIRMATE LE QUATTRO PETIZIONI, PERCHE' LE FIRME DEI SOSTENITORI SONO IMPORTANTISSIME PER OTTENERE I PROVVEDIMENTI DI TUTELA DA PARTE DEGLI ORGANISMI COINVOLTI!

LE TESTIMONIANZE CULTURALI, STORICO E ARTISTICHE DELLA NAZIONE, DELL'AREA ARCHEOLOGICA PIÙ IMPORTANTE DEL MONDO, FINITE IN DISCARICA, ARRICCHENDO IL RELATIVO INDOTTO, PERSE PER SEMPRE, ANZICHE' TUTELATE COME PREVISTO DALL'ART. 9 DEI PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA COSTITUZIONE, DALLE LEGGI E DAI VINCOLI LASCEREBBERO IL POSTO AD UNA GRANDE OPERA INFRASTRUTTURALE, INUTILE, IN ASSENZA DEL NUMERO DI PASSEGGERI/UTENTI: 48.000/ORA SULLA TRATTA, COME DISPOSTO DALLA NORMATIVA UNI PER ACCEDERE AL FINANZIAMENTO DEL CIPE!






mercoledì 22 aprile 2015

METRO C/Tratta T3 - Analisi dei danni al Patrimonio Culturale, Archeologico e Ambientale.

Art. 9 dei Principi Fondamentali della Costituzione, Leggi di tutela dei Beni Culturali e Vincoli.
La foto (Collina della Velia, Clivio di Acilio, già sito del Belvedere Cederna e del Giardino-Ninfeo di Villa Rivaldi) mostra quello che resta del Belvedere Cederna e del Clivio di Acilio, caduti sotto i colpi delle ruspe dopo l’abbattimento nel Giardino-Ninfeo di Villa Rivaldi di 60 tra alberi e arbusti: pini, palme, cedri, querce, ailanti, smantellamento, iniziato nel mese di ottobre tra le giuste proteste delle forze politiche e delle Associazioni, culturali e di cittadini e culminato nei giorni scorsi con il quasi totale “taglio” del Clivio di Acilio. Il Belvedere Cederna, il Clivio di Acilio e Villa Rivaldi, sono Beni Culturali e Storici, tutelati dal Codice dei Beni Culturali, la l. n. 42/04, dall’art. 9 dei Principi Fondamentali della Costituzione della Repubblica della Repubblica Italiana, perché testimonianza storica e artistica della Nazione, che sono sottoposti tutela dell’art. 9 dei Principi Fondamentali della Costituzione e ai Vincoli del 1949, del 20 dicembre 1991, del 22 giugno 2001 e del 2007. Lo ”smantellamento” non risulta essere passato per alcun Provvedimento Parlamentare e per la Conferenza dei Servizi per la comunicazione alla cittadinanza con uno strapotere manifesto, “contra legem”! La carta dei giardini storici di Firenze definì “il giardino cinquecentesco di Villa Rivaldi un museo vivente".
Era un museo vivente, perché oggi non c’è più!
La Petizione Popolare N° 232/13 è stata presentata alla Camera dei Deputati e si riporta il Resoconto Stenografico dell'Annunzio petizioni della seduta del 07.08.2013:"PAOLA GIANNONE, da Roma, chiede l'immediata interruzione dei lavori della Linea C della metropolitana di Roma, al fine di evitare possibili danni ai Fori Romani e al Colosseo", assegnata alla IX Commissione Permanente (Trasporti) e la Petizione Popolare N° 312/13 è stata presentata al Senato della Repubblica Italiana e si riporta il Resoconto stenografico dell'Annunzio petizioni della seduta del 16/07/2013: "la signora Paola Giannone di Milano, chiede misure per la tutela e salvaguardia del Foro Romano, con specifico riferimento alla costruzione della linea C della metropolitana", assegnata alla VII Commissione Permanente (Istruzione Pubblica, Beni Cul- turali, Ricerca Scientifica, Spettacolo e Sport). La sottoscritta, poi, inviò la "Unesco Petition to World Heritage Committee UNESCO, "The Role of CULTURE AND PROTECTION OF ARCHEOLOGICAL SITE "ROMAN FORUM", "WORLD HERITAGE SITE IN ROME", al Presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz, che riscontrò all'invio con la nota N. 109194 del 14.08.2014, allegata, e ha ricevuto nel mese di aprile 2014, la Comunicazione N. 307749 , datata 30 marzo 2014, allegata, dell'allora Presidente della Commissione per le petizioni, On. Erminia Mazzoni: "la Commissione per le Petizioni del Parlamento europeo ha esaminato la Sua Petizione e ha ritenuto le questioni da Lei sollevate ricevibili, a norma del Regoamento del Parlamento europeo, in quanto si tratta di una materia che rientra nell'ambito delle attività dell'Unione europea". "La Commissione ha, quindi, avviato l'esame della Petizione e ha deciso di chiedere alla Commissione europea di svolgere un'indagine preliminare sui vari aspetti del problema. La Commissione per le Petizioni proseguirà l'esame non appena le saranno pervenute le informazioni necessarie.". "Commissione per le petizioni La Presidente.".
http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX:C2014/013E/01
Per i suesposti motivi la sottoscritta prof.ssa Giannone Paola, a titolo personale a in nome e per conto dei firmatari delle petizioni su:www.change.org, chiede alle Ill.me S.S.L.L. di disporre tutti gli accertamenti che la legge dispone, come la V.I.A. e le Carte del Rischio, quando si debba costruire un’infrastruttura metropolitana, nel rispetto dell’ambiente costruito, esso stesso Bene Culturale, protetto, e dei Beni Culturali, in questo caso Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, e fermare la Metropolitana di Roma, Linea C a Lodi o al massimo a San Giovanni, a seguito della distruzione delle Colonne del Tempio di Venere e Roma della Basilica di Massenzio, dello smantellamento della Collina della Velia, del Clivio di Acilio, del Giardino-Ninfeo di Villa Rivaldi e per i possibili, gravi rischi di natura ambientale, come risultanti da numerosissimi studi di settore, anche a salvaguardia dei costi fuori controllo.
Prof.ssa Paola Giannone
Iscritta al n. 8125 dell’ordine degli Architetti P.P.C. di Roma e Provincia
I Sostenitori firmatari su: www.change.org


pgiannone9.blogspot.com

lunedì 20 aprile 2015

METRO C/Tratta T3 - Analisi V.I.A. e Carte del Rischio

V.I.A e Carta del Rischio.
La V.I.A., Valutazione di impatto Ambientale, ai sensi dell’art. 23 del D.Lgs 152/2006, scaduta, impedisce l’esecuzione dei lavori della Metro C nella Tratta T3, a seguito della Variante del pozzo di Via Sannio, per il “RISCHIO ARCHEOLOGICO SAN GIOVANNI-COLOSSEO. In merito al rischio archeologico e ai probabili impatti sui monumenti, il progetto, già oggi, ha determinato lo smantellamento della rampa vincolata del Clivio Acilio ed è previsto il polo logistico per i lavori nel Giardino-Ninfeo di Palazzo Rivaldi, vincolato dal 1949, e che sarà sottoposto a una forte compromissione per la messa in sicurezza delle paratie e dei numerosissimi tiranti di sostegno che andranno ad interessare il sottosuolo del Clivio oltre a quello del
Villino Rivaldi e del fabbricato su Via del Colosseo.
Anche Santo Stefano Rotondo e S. Maria della Navicella potrebbero essere a rischio visto che al Celio verrà intercettata l’esistente falda idrica con un pozzo (Pozzo 3.2) profondo oltre 60 m e largo circa 35 m.” (Italia Nostra Roma, Lettera al Sindaco Marino del 23 ottobre 2013.).
A seguito del rilascio del Parere endoprocedimentale Prot. N. 28812/09 del … la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, ora Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma, aveva richiesto a ROMA METROPOLITANE S.r.l. ulteriori prescrizioni, che interessano la Tratta T3, disattese totalmente, visti i danni prodotti al Patrimonio Archeologico dei Fori Romani e di Via dei Fori Imperiali con l’abbattimento, ad oggi quasi totale, della collina della Velia sulla quale poggiava il Clivio di Acilio.
Nell’Appello contro i possibili dissesti dell’Anfiteatro Flavio a causa della Metro C. richiesta di accertamenti e azioni urgentissime”, inviato in data 14 agosto 2014 al Parlamento Europeo, la sottoscritta aveva evidenziato, riferendosi ai citati studi di settore, la necessità degli accertamenti idrologici, geologici e geomorfologici e geotecnici e sismici, che documentassero l’assenza o meno di rischi di dissesto per il Colosseo e i Monumenti dell’Area Archeologica Centrale, a causa dei lavori della Metro C nella Tratta T3.
In data 01.04.2014 otto Senatori del MoVimento 5 Stelle, SERRA, AIROLA, LUCIDI, LEZZI, MANGILI, DE PIETRO, PUGLIA, BLUNDO hanno fatto proprio l'Appello, presentando l'Interrogazione orale con carattere d'urgenza ai sensi dell'art. 151 del Regolamento al Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, e al Ministro per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo,On. Dario Franceschini, manifestando i timori per i pericoli a cui è sottoposto l'Anfiteatro Flavio e chiedendo " il blocco dei lavori della Metro C all'interno del Parco Archeologico più bello del mondo, e chiedendo, a Loro volta, agli autorevoli Organi di Governo "quali iniziative il Governo intenda intraprendere al fine di tutelare uno dei massimi tesori del Patrimonio storico, artistico e architettonico italiano e dell'Umanità, garantendo l'opportuna vigilanza affinchè si tenga conto di tutti i possibili rischi nella realizzazione dei progetti che riguardano il monumento e le Zone limitrofe".
(3-00852).
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Resaula&leg=17&id=00757624&part=doc_dc-allegatob_ab-sezionetit_ioccduasda151dr&parse=no&stampa=si&toc=no

Le riflessioni della sottoscritta, a seguito dell’esame di numerosi studi di settore, avevano portato alla conclusione per la Tratta T3 della presenza di:
• Rischio sismico di livello 3 per l’area archeologica Palatino-Fori-Colosseo. Come si può vedere dalla Fig. 2. Carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica (micro-zonazione sismica di livello 1) del Colle Palatino e delle aree limitrofe. Prodotto realizzato nell’ambito del Progetto UrbiSIT (CNR-IGAG per il Dipartimento della Protezione Civile)
http://www.researchgate.net/publication/236972506_La_microzonazione_sismica_dellarea_archeologica_Palatino-Fori-Colosseo
• Rischio legato alla natura dei terreni di fondazione.
La distribuzione selettiva dei danni quale oggi appare lungo la Struttura del Colosseo sia stata determinata principalmente da fattori naturali, legati alla eterogeneita` dei terreni geologici su cui il monumento è stato edificato;
• Rischio cavità ipogee.
L'area intorno alla Domus Aurea e al Colosseo, nella Tratta T3 è interessata da numerose cavità ipogee: un passaggio collegava il Colosseo al Ludus Magnus e uno sul lato opposto raggiungeva il Summum Chorangium (oggi, Tempio di Venere e Roma), ma non risulta comunicato l'eventuale rischio di crollo o meno, a causa dei lavori della Metro C sia intorno alla Domus Aurea, sia sotto il Colosseo e nelle sue immediate vicinanze;
• Rischio vibrazioni e rumore.
I valori rilevati di soglia, che già hanno creato danni agli edifici e anche al Colosseo, moltiplicati per due quali conseguenze potrebbero avere per il Colosseo e per i Monumenti del Foro Romano?
• Rischio idrogeologico e la falda freatica.
Dall''indagine effettuata con N° 4 campioni si constata che per l'Unità
delle Alluvioni recenti, posta a confronto con la pressione verticale effettiva,
esercitata dal terreno (valutato considerando la falda a - 8 m dal p.c. e il peso
naturale dei riporti recenti alla medesima profondità, si rileva un grado di
pre-consolidazione, del quale non si hanno elementi circa le cause, ma esso
è compatibile con gli incrementi di pressione verticale indotti dal sovraccarico
della struttura del Colosseo.
Diverso il caso delle argille ascritte all'Unità di Monte Vaticano, che risultano
fortemente consolidate.".
• Cedimento fondazioni.
Pericoli connessi a situazioni statiche. Per la classe C3, tipica della parte
meridionale del terreno di fondazione del Colosseo, le caratteristiche
geotecniche dei terreni sono: “Scadenti”.
• Rischio geotecnico.
1 ) – rischi di origine antropica, come nella costruzione di opere infrastrutturali e, quindi, anche nel caso della Metro C di Roma;
2) – rischi di origine naturale;
• La falda freatica e il rischio idrogeologico.
Come non temere che le variazioni del livello di falda, possibili, possano avere ripercussioni sulla stabilità del Colosseo?".
Non e' una novità che sotto il Colosseo vi sia la falda freatica e non e' solo a - 22 m
dal p.c.! I livelli, che variano, possono essere anche molto più superficiali, (- 8 dal p.c.), come si constata nell’affioramento dell’Euripus, il terzo fiume più grande di Roma, nelle fondamenta del palazzo della Cancelleria fino a - 7m dal p.c. (piano di campagna)!
L’Euripus è stato scoperto nel 2009, proprio durante le indagini archeologiche per la costruzione della linea C della metropolitana. Nell'antichità il torrente scorreva alla luce del sole nell'attuale zona dell' Appia Nuova e, passando per San Giovanni e la valle del Colosseo, andava a sfociare nel Tevere. Con la nascita delle Mura Aureliane, il corso d' acqua, che si alimenta con la falda e si divide in mille rivoli, venne interrato e nascosto sotto le costruzioni successive.
Come noto, le gallerie di linea passerebbero interamente nella falda.
L'unico vero problema del progetto della Metro C e' costituito dall'enorme "scatolone in cemento armato" della Stazione Colosseo. Quello sì che avrà delle dimensioni tali da interferire con la falda! Tra l'altro le paratie di cui sarà costituito verranno infisse nel suolo sino ad attestarsi ben dentro le argille plioceniche, terreno profondo che da' ottime garanzia di resistenza, ma che e' molto impermeabile.
Pertanto, l’enorme corpo stazione non darà scampo alla falda, la cui acqua dovrà necessariamente trovare altre strade per defluire.
La sottoscritta prof.ssa Giannone Paola ha presentato alla Struttura di Missione per il Contrasto al Dissesto Idrogeologico e Geotecnico, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, presieduto dall’Ing. Massimo Sessa e dal Dott. Gian Vito Graziano e ha ricevuto il riscontro da parte del Dott. Gian Vito Graziano, Presidente dell’Istituto Nazionale Geologi e Presidente della Struttura di Missione la risposta, che trascrive: “Gentilissima Professoressa, ho esaminato con particolare attenzione la Sua nota, ma la mia posizione di Consulente esterno non mi dà alcun potere decisionale ed ho quindi posto all’attenzione del Coordinatore della Struttura di Missione la richiesta stessa.
Cordiali saluti.
Gian Vito Graziano”.


pgiannone9.blogspot.com

domenica 19 aprile 2015

METRO C/Tratta T3 - Analisi Costi/Benefici.

Metro C di Roma, Tratta T3. Analisi dei costi e benefici, dell’impatto ambientale e dei danni al Patri-monio storico e artistico della Nazione. Richiesta di fermare la Linea C a San Giovanni e della rimessa in pristino dei danni, prodotti dai lavori a Via dei Fori Imperiali e ai Monumenti dei Fori Romani, protetti dai Vincoli.
La LEGGE 11 novembre 2014, n. 164 ha convertito in legge, con modifica-zioni il decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, Art. 3: “Ulteriori disposizioni urgenti per lo sblocco di opere indifferibili urgenti e cantierabili per il rilancio dell’economia”, comma 2. Con uno o piu' decreti del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da adottare, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, quanto alle opere di cui alle lettere a) e b), nonche' entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, quanto alle opere di cui alla lettera c), sono finanziati, a valere sulle risorse di cui ai commi 1 e 1-bis: lettera a) i seguenti interventi ai sensi degli art. 18 e 25 del decreto-legge N. 69 del 2013, cantierabili entro il 31 dicembre 2014: ...Tratta Colosseo-Piazza Venezia della linea C di Roma. Il dl Milleororoghe ha disposto una proroga per il rifinanziamento con l’aper-tura dei cantieri al 28 febbraio 2015. AL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA 2015” si legge: ...”A Roma, la linea C rappresenta l’infrastruttura di trasporto pubblico di interconnessione tra la zona est della città (Casilina), il centro storico, e la zona Nord-ovest (Cassia). Attualmente è in esercizio la tratta tra il comune di Montecompatri e Centocelle. Il prossimo prolungamento fino alla stazione di San Giovanni e il completamento della prima parte della linea fino a Fori Imperiali renderanno possibile l’interconnessione a maglia delle tre reti metropolitane romane nelle stazioni di San Giovanni e Colosseo. L’estensione totale della linea da Montecompa- tri a Fori Imperiale è di circa 24,5 km. Nella configurazione finale con sviluppo fino alla Cassia è prevista una domanda di trasporto 20.000 /passeggeri/direzione nell’ora di punta. A pag. 45 si legge: “D.L. 133/2014: sono stati pubblicati 64 bandi per 184,44 M€, pari al 61% del finanziamento assentito.” A pag. 45 si legge: ...“la Legge n. 190/14 (Legge di stabilità 2015) prevede che entro il 30 aprile 2015 il CIPE, con propria delibera, dispone una ripartizione della dotazione finanziaria del FSC iscritta in bilancio tra le diverse aree tema-tiche nazionali (precedentemente individuate entro il 31 marzo 2015). Entro la medesima data, con DPCM, su proposta dell’Autorità politica per la coesione, è istituita una Cabina di regia composta da rappresentanti delle amministra- zioni interessate e delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano, incaricata di definire specifici piani operativi per ciascuna area tematica nazio-nale, con l'indicazione dei risultati attesi e delle azioni e dei singoli interventi necessari al loro conseguimento, con relativa stima finanziaria, dei soggetti attuatori a livello nazionale e regionale e dei tempi di attuazione.”... Nella Tabella: OPERE PRIORITARIE INFRASTRUTTURE STRATEGICHE si legge: “Roma metropolitana, linea C – Costo 2.665 – Disponibilità 2.315 – Fabbisogno triennio: 280 – Stato: In realizzazione/esercizio – Data: 31/12/2021 - % avanzamento: 40,41- RILEVANZA STRATEGICA: Sblocca Italia. Il dl n. 133/14 è datato 11 settembre 2014 e la l. n. 164/14 è datata 11 novembre 2014, solo 2 giorni dopo l’apertura della Tratta Montecompatri-Parco di Centocelle, quando ancora non si avevano i dati certi della frequentazione dei passeggeri sulla Linea C in quella Tratta. La foto documenta la frequentazione del pubblico nella Stazione “Giardinetti” della Linea C in data 1 marzo 2015, alle ore 16,41: PASSEGGERI N. 1, la sottoscritta. La normativa UNI prevede che ci sia la convenienza a costruire una infrastruttura metropolitana quando c'è una stima prevedibile di flusso dei passeggeri di 24.000 utenti l'ora/senso di marcia, che fa in totale sulla Tratta 48.000 utenti l'ora. Il DEF 2015, in bozza, prevede una frequentazione di 20.000/passeggeri/direzione nell’ora di punta, inferiore alla normativa UNI, ma non corrispondente alla frequentazione dei passeggeri, registrata in data 1 marzo 2015, neanche lontanamente. Il costo calcolato ad oggi della metro C è di euro 3.800 mln e solo la Tratta dal Colosseo a Via dei Fori Imperiali si stima che costi euro 1.000 mln. Il costo/km della Metro C è di euro 850 mln, a carico per il 70% del Governo, per il 18% della Regione Lazio e per il 18% del Comune di Roma, per il 18% della Regione Lazio. Al link, che segue è possibile leggere i dati dei costi e i tempi di realizzazione, stimati, ma non aggiornati, della Camera dei Deputati:
http://silos.infrastrutturestrategiche.it/admin/scheda.aspx… Il costo della Linea C di Roma è stratosferico anche per la scelta (sbagliata!) della tecnologia “pesante” al posto di quella “leggera”ad esempio, adottata per la metropolitana di Torino il cui costo è stato: euro 442 mln. La metropolitana di Londra è costata: euro 740.5 mln e quella di Marsiglia: euro 175,4. La sproporzione tra i costi solo della costruzione della Linea C con le altre metropolitane è evidente! Al costo della costruzione dell’infrastruttura si deve aggiungere il costo di esercizio della metropolitana, ma se il traffico passeggeri è inferiore alle stime o è, pressoché, totalmente assente, come si è verificato dall’apertura della Metro C da Montecompatri a Parco di Centocelle il ricavo da traffico non copre né il costo dell’infrastruttura né quello dell’esercizio, che finisce a totale carico dell’erario. La stima di crescita del numero dei passeggeri rispetto ai primi mesi dell’esercizio deve essere tale che i ricavi superino i costi di gestione e del costo della costruzione. Le analisi dei flussi, che oggi sono fatte con rigore scientifico, devono, però, essere calate sul territorio e adattate alle esigenze del bacino di utenza, che è fin troppo evidente, che nel caso della Metro C non è interessato ad andare da Montecompatri a Parco di Centocelle oggi, né, appena messa in esercizio la Tratta da Parco di Centocelle a Lodi o a San Giovanni. I potenziali passeggeri, in- fatti, sarebbero al massimo interessati ad arrivare a Termini: lo stato sociale del bacino di utenza è di persone poverissime, considerato che altre categorie sociali sono presenti in modo infinitesimale e, pertanto, non fanno testo, che mai e, poi mai, avrebbero la necessità in gran numero di andare da Montecompatri a San Giovanni o a Piazza Venezia e, tanto meno, arrivare fino alla Cassia. I costi, quindi, sarebbero sostenuti da tutti i cittadini, ma quale sarebbe il vantaggio per una mobilità sostenibile e il miglioramento della qualità dell’aria, non sostituendo la Metro C nessun altro mezzo di locomozione, privato o TPL? Si stima che la diminuzione del traffico privato su strada sia dell’1% circa, come avviene in altre città: Torino, Tolosa, etc. e, allora, qual è il vantaggio di costruire una infrastruttura su un tracciato, sul quale i cittadini non ne trarrebbero alcun beneficio?


venerdì 9 gennaio 2015

DOPO IL "CROLLO" DELLO SCORCIAVACCHE 2, POLEMICHE E BUONI PROPOSITI di Maurizio Ceccaioni.

Vi consiglio di leggere questo articolo del giornalista Maurizio Ceccaioni:

http://www.di-roma.com/index.php/costume-a-societa/item/1362-dopo-il-crollo-dello-scorciavacche-2-polemiche-e-buoni-propositi

Ringrazio, prima di tutto, il giornalista Maurizio Ceccaioni, per avermi citata nel Suo bellissimo articolo, documentato in maniera precisa e circostanziata!

L'indagine geognostica è la prima a dover essere fatta quando si deve costruire qualsiasi tipo di manufatto e le risultanze devono essere tenute seriamente in conto sia nel progetto che nella successiva fase costruttiva, se non si vuole incorrere nei disastri ambientali e nel collasso delle infrastrutture, come riportato nell'articolo per l'importante dissesto dello "Scorciavacche 2", tra Palermo e Agrigento, e come è temibile che possa accadere a causa dei lavori della Metro C nella Tratta T3 e nelle immediate vicinanze del Colosseo e dei Monumenti dei Fori Roman, per quanto mi risulta non essendo stati tenuti in conto i possibili rischi di crollo a causa della natura del terreno e le opere eseguende, sottacendo la necessità e l'urgenza di ulteriori approfondimenti d'indagine, peraltro, rilevati sia dalla Regione Lazio che dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma per la Metro C, nella Tratta T3, ma anche in altre Tratte. Infatti, dai documenti esaminati e dal Parere Prot. N. 28818/09, emesso dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma è emerso che la medesima ha disposto “ulteriori prescrizioni”, chiedendone il relativo riscontro a ROMA METROPOLITANE S.r.l. e a ROMA CAPITALE, proprio per quanto riguarda l’interazione della Metro C con i Monumenti dei Fori e con il Colosseo. Dalla Nota RUP, infatti, non si rileva quanto risultato dalle ulteriori prescrizioni richieste e i provvedimenti conseguenti di salvaguardia dei Monumenti, tant'è che i lavori stanno proseguendo su Via dei Fori Imperiali con una fretta, che è sempre una cattiva consigliera!

Ulteriori accertamenti geognostici per la tutela e la salvaguardia dei Fori Romani e del Colosseo, sono urgentissimi, perchè allo stato attuale dell’arte le indagini svolte non hanno in alcun modo chiarito l’assenza di rischi per i Monumenti dei Fori Romani anche per eventi imprevedibili, come quelli naturali e che, pertanto, impongono lo “stop end” dei lavori della Metro C oltre San Giovanni nella Tratta T3 con questo progetto e una successiva variante di piano e di progetto, al fine di evitare rischi per l’impatto col battente idrico, di entità incalcolabile sia per l’ambiente che per i monumenti. Dall’"Appello per i possibili rischi di crolli per l'Anfiteatro Flavio a causa della Metro C", ripreso dagli otto Senatori del Movimento 5 Stelle, SERRA, AIROLA, LUCIDI, LEZZI, MANGILI, DE PIETRO, PUGLIA, BLUNDO con l'Interrogazione con carattere d'urgenza al Presidente del Consiglio e al Ministro per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo,

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Resaula&leg=17&id=00757624&part=doc_dc-allegatob_ab-sezionetit_ioccduasda151dr&parse=no&stampa=si&toc=n

cito solo: “Nessuno può infatti prevedere l’entità delle variazioni dei livelli di falda, causati dalla presenza dell’enorme struttura in cemento armato della Stazione, che si estenderebbe dal piano strada sino al profondo strato impermeabile delle argille plioceniche e che, pertanto, costituirebbe un incredibile ostacolo al libero fluire delle acque nel sottosuolo....”!

Quali le conseguenze? È facile immaginarle e non sarebbe che l'ennesimo caso di mala gestio, se non fosse che ci andrebbe di mezzo il Patrimonio Mondiale dell'Umanità, che ha resistito, indenne, a più di 2.000 anni storia, ha superato le guerre, i terremoti, gli sventramenti, ma non potrebbe mai farcela a superare la costruzione della Metro C nella Tratta T3!

I riflettori accesi dei media e della stampa potranno contribuire ad una seria riflessione sulla necessità che tutte le opere, infratturali e non, siano costruite nel rispetto dell'ambiente e delle sue leggi per non ricadere, continuamente, negli stessi errori di opere inutili o mal fatte, che crollano creando danni alle persone, all'economia e all'ambiente, che non perdona gli "sgarri" e si vendica, sempre!